“Cinquanta anni fatti di ascolto sincero, di parole impastate, offerte e condivise come pane”, ma anche di “battaglie sociali e culturali in campo aperto, di braccia aperte e mani tese a ogni persona di buona volontà”. Così il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, intervenendo, ieri sera, alla quarta serata della Festa del quotidiano, a Matera, ne ha ripercorso la storia cominciata il 4 dicembre 1968. Una serata dedicata al futuro dell’informazione e al 50° compleanno del quotidiano dei cattolici italiani. Un giornale, voluto da Paolo VI, per “accompagnare la lettura dei ‘segni dei tempi’” e dare ragione della “speranza cristiana”. Guardando al futuro, Tarquinio ha affermato che “può affrontare le nuove sfide se resta ancorato a un’informazione ben fatta, accurata e libera nei confronti del ‘pensiero dominante’” che “aiuta a vedere il bene e il male, il brutto e il bello, il giusto e l’ingiusto, il falso e il vero”. Uno l’impegno prevalente: “Stare accanto agli ultimi, ai piccoli, ai deboli, agli ‘imperfetti’, ai poveri”, ha aggiunto il direttore. Mentre “siamo coscienti che la consapevolezza di storie, volti, vicende umane, altrimenti nascoste, cambia il mondo”.
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