Nuove importanti scoperte archeologiche hanno riguardato l’antichissima chiesa romanica di S. Agostino a Caravate grazie ad una campagna di scavi i cui primi risultati sono stati presentati nelle ultime settimane. Grazie al lavoro del Centro di Ricerca in Osteoarcheologia e Paleopatologia dell’Università dell’Insubria, già impegnata negli scavi nei pressi della chiesa di S. Biagio a Cittiglio, sono state riportate alla luce alcune antiche sepolture e significativi resti ossei.
Intorno alla chiesa di Sant’Agostino erano già stati compiuti scavi archeologici nel 2002 e allora erano già riemerse dal terreno tombe e sepolture, ma già allora si era intuito che quell’area cimiteriale si estendeva oltre il limite indagato. Lo scorso anno l’Università dell’Insubria, appoggiata dal Comune di Caravate e dal Centro Studi e Documentazione per la Valcuvia e l’alto Varesotto “Giancarlo Peregalli” ha presentato un progetto ed ottenuto un finanziamento dalla Fondazione Comunitaria per il Varesotto che ha permesso di riaprire lo scavo ed indagare una piccola area a nord della chiesa. Sono stati quindi riportati alla luce una decina di sepolture in tomba e ossari con resti ossei. L’interno della ex chiesa di Sant’ Agostino, edificio origine carolingia, caratterizzato dalla presenza di due absidi contrapposte, è stato adibito a laboratorio per la ricomposizione e lo studio degli scheletri rinvenuti.