Anno Innocenziano

Il Beato Innocenzo XI Papa – Como, 19 maggio 1611 – Roma, 12 agosto 1689

Benedetto Odescalchi nacque a Como il 19 maggio 1611 dal nobile Livio Odescalchi e da Paola Castelli di Gandino Bergamasco. Dopo una prima educazione ricevuta in famiglia, frequentò il collegio dei gesuiti di Como, dove fu iscritto alla Congregazione Mariana, onore riservato agli alunni migliori; a undici anni rimase orfano del padre e a quindici anni nel 1626, dopo aver ultimato i corsi umanistici, si trasferì a Genova presso lo zio Papirio, che dirigeva la “Società Odescalchi”, per fare pratica nell’attività amministrativa e negli affari.
Nel 1630, la madre morì colpita dall’epidemia di peste, che invece risparmiò Benedetto, passarono alcuni anni in cui si alternò fra Como e Genova, finché nel 1636 si spostò a Roma dove frequentò per un biennio, i corsi di diritto civile e canonico alla Sapienza, completandoli poi a Napoli, dove si laureò in ‘utroque jure’, il 21 novembre 1639.
Nel frattempo maturava in lui la vocazione allo stato religioso e a Napoli ricevé la tonsura il 18 febbraio 1640. Ritornato a Roma in pieno periodo barocco, intraprese spinto dal fratello Carlo, la carriera ecclesiastica, conducendo una vita da prelato romano, ricoprendo varie cariche nella Sede Apostolica, ma senza farsi coinvolgere dallo sfarzo della vita romana seicentesca, anzi conduceva vita ritirata, dedito alla beneficenza nascosta.
Opportunità politiche e di consapevolezza per la sua persona, fecero sì da essere scelto dalla corte pontificia ad avere l’incarico di ‘Commissario straordinario delle tasse’ nelle Marche; compito che assolse con competenza e umanità, prudenza e fermezza.
I risultati ottenuti gli ottennero nel 1644 la carica di governatore di Macerata; il nuovo papa Innocenzo X, gli conferì titoli onorifici e nel 1645 lo creò cardinale diacono, proseguendo la sua attività presso la Curia.
Nel 1648 papa Innocenzo X, allo scopo di arginare le difficoltà della popolazione di Ferrara, per la prolungata carestia, lo nominò governatore della suddetta provincia; la sua accorta politica economica, l’approvvigionarsi dalla Puglia del grano necessario, la lotta alle frodi, la distribuzione di viveri e denaro ai poveri, il calmiere dei prezzi, diedero vita all’economia delle afflitte popolazioni, così sui muri veniva scritto “Benedictus qui venit in nomine Domini”; “Viva il cardinale Odescalchi, padre dei poveri”.
Nel 1650 il papa lo nominò vescovo di Novara e giacché Benedetto non era sacerdote (il titolo di cardinale, contrariamente ad oggi, non richiedeva necessariamente che fosse un consacrato), accettò la volontà di Dio, divenendo presbitero il 20 novembre 1650 e poi consacrato vescovo il 30 gennaio 1651, consacrazioni avvenute in Ferrara.
Prendendo a modello le costituzioni sinodali di s. Carlo Borromeo, anche se non aveva un’esperienza diretta della cura pastorale delle anime, lavorò con uno zelo illuminato ed ardente in tutti i campi della vita ecclesiastica e sociale della diocesi.
Nel 1654 andò a Roma per la periodica visita ‘ad limina,’ e il papa lo trattenne presso di sé come consigliere, cosa che fece anche il suo successore papa Alessandro VII; costretto da tale situazione a stare lontano da Novara, nel 1656 chiese al papa di essere esonerato dal compito di vescovo residenziale; rimanendo così a Roma al servizio della Chiesa.
Il 21 settembre del 1676, con una unanimità di consensi fu eletto papa, assumendo il nome di Innocenzo XI; durante il suo pontificato durato tredici anni, combatté il nepotismo abolendo la carica di “cardinale- nepote”, condannò l’usura, il lusso, esortando alla carità e alla beneficenza, dando il suo personale esempio all’ascetismo.
Fu in contrasto con il re di Francia Luigi XIV, il Re Sole per varie questioni di principio, come quello del diritto di regalia rivendicato dal re, come ampliamento del suo assolutismo; ci fu il contrasto con l’’oratore’ (ambasciatore) di Francia presso la Santa Sede, che in opposizione con quanto disposto dal papa per limitare i privilegi dei diplomatici accreditati a Roma, trasformò la sua residenza in una quasi fortezza. La reazione di Luigi XIV fu di occupare la cittadina pontificia di Avignone.
Più fruttuosa fu l’intensa opera diplomatica svolta dalla Chiesa nel coalizzare le forze europee contro l’avanzata turca e negli anni dal 1677 al 1686 fu tutto un susseguirsi di firme di trattati di pace, tregue, alleanze, Lega santa, culminate con la difesa di Vienna e di Buda dall’offensiva musulmana.
Fece proclamare che primo dovere del papa era la propagazione e difesa della fede cattolica; eresse nuove diocesi in Brasile, costituì le università domenicane di Manila e in Guatemala, favorì le missioni carmelitane in Persia, cercò di abolire il commercio degli schiavi, riceveva personalmente i missionari per essere informato sulle situazioni locali.
Diceva: “Come dall’Oriente a noi era venuta la fede, così doveva l’Occidente ridarla agli orientali”. Favorì grandemente l’insegnamento catechistico ai fanciulli, ai soldati, a tutti i fedeli, facendo compilare un programma d’insegnamento, fece preparare a tale scopo un collegio di maestre chiamate ‘maestre Odescalchi’.
La sua vasta opera di un pontificato di largo respiro, svolto in un periodo d’innovazioni ideologiche, non si può descrivere in così poco spazio; Innocenzo XI soffrì molto nel fisico per varie malattie che l’avevano colpito ma che accettava con piena fiducia in Dio, morì il 12 agosto 1689, acclamato santo dal popolo dei fedeli, fu sepolto in S. Pietro, dove poi gli fu eretto il grandioso monumento funebre opera dello scultore Pietro Stefano Monnot.
Fu dichiarato beato da papa Pio XII il 7 ottobre 1956.
www.santiebeati.it – Antonio Borrelli

Il Beato Innocenzo XI è particolarmente venerato nella basilica di san Fedele ove si svolgono ogni anno solenni celebrazioni il 19 maggio (giorno della nascita) e il 12 agosto (memoria liturgica). Una cappella della basilica, in precedenza dedicata a sant’Andrea Avellino fu dal compianto prevosto mons. Angelo Dolcini dedicata all’illustre concittadino. In essa troneggia l’ancona secentesca del Beato, in cornice lignea autentica, raffigurante il grande Pontefice, rivestito dei paramenti pontificali.

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